La "Con-cor-dia" nel matrimonio

I Verbi del Cuore

Con-cordia


“Io ti accolgo... E prometto di esserti fedele sempre”. In tanti davanti all'altare del Signore, con la voce tremante e commossa, hanno pronunciato queste parole; in tantissimi le abbiamo riascoltate al matrimonio di parenti e di amici.-
La promessa matrimoniale prende origine da un patto di amore tra Dio e la sua Chiesa e sfocia in un cammino che chiede donazione totale e fedeltà reciproca.
La fede nuziale dice questa fedeltà “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”; dice dono totale, in conformità alla totalità dell'amore che Dio ha per ogni uomo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” (Gv 3,16).
La con-COR-dia, nel matrimonio, non significa che tutto fila via liscio senza problemi e incomprensioni, ma significa capacità di riposizionarsi, di ripensarsi, di lateralizzarsi; capacità di riconoscere i propri sbagli; capacità di perdonare e di ripartire; capacità di ritornare alle origini del dono; capacità di riconoscere l'altro e di riconoscersi risorsa e non problema.
In una parola: si tratta di “osare l’amore”, non desiderando niente di meno per la vita coniugale e familiare che un amore forte e bello, capace di rendere l’esistenza intera una gioiosa realizzazione del dono di se stessi a Dio e ai fratelli, ad imitazione di Colui che mediante l’amore ha vinto per sempre l’odio e la morte (Ap 5,13).
L’amore, la con-COR-dia è la sola forza in grado di cambiare il cuore dell’uomo e l’umanità intera, rendendo proficue le relazioni tra uomini e donne, tra ricchi e poveri, tra culture e civiltà. Questo testimonia la vita dei Santi che, veri amici di Dio, sono il canale e il riflesso di questo amore originario.
Come ogni profonda relazione amorosa i (coniugi) credenti parlano il linguaggio della gratitudine invece di quello del puro dovere, dedicano più tempo alla conoscenza e alla contemplazione più che alla proliferazione di iniziative, preferiscono il silenzio alla moltiplicazione delle parole, e comunicano un’esperienza di pienezza che contagia la società più che l’affannosa ricerca del consenso. Così danno testimonianza, non tanto una militanza.
Un cammino paziente va inoltre intrapreso, all'interno delle comunità cristiane, nei confronti di quegli sposi che hanno il “cuore ferito”, facendo loro percepire la vicinanza di un Dio che si prende cura della loro fragilità. La Nota Pastorale dei vescovi piemontesi a commento dell'Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” di Papa Francesco, vuole “accompagnare sacerdoti e comunità nel discernimento di prossimità in favore di queste famiglie, per non operare esclusioni ed allontanamenti, ma anzi per far percepire il grande valore interiore della con-COR-dia e della pace reciproca”
 

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